martedì 2 agosto 2016

Diario di Sara 
Venerdi 29 luglio, GIORNO 14.
 Ieri eravamo di nuovo seduti sotto l'albero di anacardi per la riunione con gli educatori. Sarà un momento importante perché discuteremo dell'andamento della settimana. I giorni precedenti ho mostrato ogni mattina qualche attività per innovare un po' la didattica e, di conseguenza, l'apprendimento. 
Ci sediamo in cerchio e, innanzitutto, preghiamo insieme: è un momento di profonda condivisione per gli educatori a cui io e Stefano ci uniamo per sentirci ancora più vicino a loro. Uno esprime un pensiero sulla settimana, un altro prega per avere la forza di adempiere sempre al meglio nel suo lavoro con i bambini. Poi è il momento di Cecilia, la coordinatrice. Mi dice che le attività le sono piaciute, che sono state molto utili ai bambini, che le piacerebbe se le dessi altri spunti in vista della festa del decimo anniversario dell'Asilo. Poi mi ringrazia anche se sono io che devo ringraziare lei e gli altri educatori, perché mi hanno dato la possibilità di capire tante cose. All'inizio della settimana ero riuscita a trovare finalmente le giuste attività per L'Asilo ed ero intenzionata a mostrarle tutte per offrire agli educatori una vasta gamma di possibilità. E invece ne ho mostrate solo due. Perché? Perché Stefano mi frena e mi dice che va bene così. Poi parlo con Cecilia, anche lei mi fa capire che due bastano e che vorrebbe scriverle da qualche parte, perché ha già molte cose per la testa. Io non capisco, ero così contenta di aver finalmente trovato tutte le proposte, e ora mi dicono di non esagerare! Poi rifletto, forse è giusto così, partire con due sole. In fondo è già un passo epocale quello di aprirsi a nuove proposte. Non corriamo troppo, non cerchiamo di stravolgere tutti gli equilibri, già delicati, che rischierebbero di creare incomprensioni e attriti. Camminiamo insieme, facciamo un percorso. Per questo devo ringraziarli, perché grazie a loro esco sempre di più dal mio egocentrismo europeista ed entro in empatia con loro, li comprendo quando mi dicono "vai più piano". Mi rendo sempre più conto della complessità dell'uomo, che cerchiamo sempre di semplificare per giustificare la nostra pigrizia nella comprensione. E tutto questo riesce. Il cammino è cominciato, questo pomeriggio otteniamo di sfogliare un manuale didattico mai aperto prima, e, tutto questo, insieme.

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